di Ennio Bassi

Migliaia di persone sono scese in piazza nella regione del Kashmir sotto amministrazione pakistana per protestare contro i privilegi della classe politica e chiedere maggiore equità sociale. Almeno otto le vittime negli scontri

Una nuova ondata di tensione ha investito il Kashmir amministrato dal Pakistan, dove per quattro giorni consecutivi, da lunedì a giovedì, si sono svolte proteste di massa con esiti drammatici. Migliaia di manifestanti sono scesi per le strade della capitale regionale, Muzaffarabad, chiedendo l’abolizione dei privilegi riservati alla classe politica locale e reclamando maggiore giustizia sociale ed economica.

Le manifestazioni, inizialmente pacifiche, sono rapidamente degenerate in violenti scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine. Secondo le poche informazioni trapelate, almeno cinque manifestanti e tre agenti di polizia avrebbero perso la vita. Numerosi i feriti, anche se non esistono dati ufficiali affidabili sul numero totale dei coinvolti.

Blocco delle comunicazioni e accesso alle informazioni

In risposta alle crescenti tensioni, le autorità locali hanno ordinato il blocco dei servizi di internet e delle comunicazioni mobili in tutta l’area. Una misura che, secondo fonti governative, sarebbe stata adottata per “contenere la diffusione di disinformazione” e prevenire ulteriori disordini. Tuttavia, il blackout informativo ha di fatto isolato la regione dal resto del paese e reso estremamente complesso ottenere una visione chiara e verificabile di quanto accaduto.

I blackout digitali sono una tattica già utilizzata in passato sia in Kashmir pakistano sia in quello sotto controllo indiano, con l’obiettivo di gestire proteste politiche o crisi di sicurezza. Le organizzazioni per i diritti umani denunciano da anni l’impatto di queste interruzioni, che non solo impediscono la libertà d’espressione, ma ostacolano anche l’accesso a servizi essenziali e alla comunicazione di emergenza.

Una regione divisa e contesa

Il Kashmir rimane una delle regioni più instabili e contese del mondo. Divisa tra Pakistan e India dalla Linea di Controllo (LoC), la regione è al centro di una disputa territoriale irrisolta dal 1947. Entrambi i paesi ne rivendicano la sovranità completa e negli anni si sono fronteggiati militarmente più volte per il suo controllo.

In questo contesto già fragile, le proteste di Muzaffarabad rappresentano un segnale d’allarme per il governo di Islamabad, che si trova a dover fronteggiare una crescente insoddisfazione popolare in un’area estremamente sensibile sotto il profilo politico e militare.

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