di Emilia Morelli

Il segretario alla Difesa Usa Pete Hegseth vuole introdurre test con la macchina della verità al Pentagono contro le fughe di notizie. Critiche e polemiche sulla sua gestione definita “paranoica”

pentagono

Negli Stati Uniti cresce la polemica sul nuovo giro di vite voluto dal segretario alla Difesa Pete Hegseth, già ribattezzato “Paranoid Pete”. Secondo indiscrezioni raccolte dal Washington Post, i funzionari del Pentagono potrebbero essere sottoposti senza preavviso a test con la macchina della verità. In pratica, chiunque – dai generali agli impiegati – potrebbe ritrovarsi convocato all’improvviso e collegato agli elettrodi.

La misura, pensata per contrastare le continue fughe di notizie dal Dipartimento della Difesa (che Donald Trump ha ribattezzato “Dipartimento della Guerra”), è stata accolta con preoccupazione anche all’interno dei vertici militari, dove i test poligrafici vengono considerati poco affidabili e non riconosciuti dai tribunali americani.

Nuove regole di riservatezza e malumori tra i vertici

Le bozze dei promemoria interni, firmate dal vice di Hegseth, Steve Feinberg, mostrano che il nuovo corso parte dai massimi livelli del Pentagono. Oltre ai test, è previsto che chiunque lavori nello staff del segretario e nello Stato Maggiore Congiunto firmi accordi di riservatezza che vietano la diffusione di informazioni non autorizzate.

La scelta, però, ha alimentato tensioni. Secondo alcuni ufficiali, Hegseth ha imposto regole con un’impostazione eccessivamente autoritaria. Il gelo con cui oltre 800 tra generali e ammiragli hanno accolto il suo discorso a Quantico, in Virginia, ne è stato un chiaro segnale. L’evento, organizzato per ribadire la linea dura, è costato tra i 4 e i 6 milioni di dollari solo in spese di viaggio e sicurezza.

Ossessioni, critiche e il caso “Signalgate”

Secondo il Daily Mail, il comportamento di Hegseth sarebbe peggiorato dopo l’uccisione di Charlie Kirk, attivista di destra assassinato il 10 settembre durante un comizio. Da allora il segretario alla Difesa sarebbe diventato ossessionato dalla propria sicurezza personale, arrivando a manifestare atteggiamenti nervosi e compulsivi durante le riunioni.

Non è però la prima volta che la sua gestione finisce sotto accusa. L’episodio più imbarazzante rimane il cosiddetto “Signalgate”: in una chat non protetta, Hegseth condivise per errore dettagli su un’operazione militare americana contro i ribelli Houthi in Yemen. Nel gruppo era stato inserito anche un giornalista, scatenando una fuga di notizie clamorosa.

(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati

L’articolo Pentagono, caos e accuse di paranoia: il piano di Hegseth per i test con la macchina della verità proviene da Associated Medias.