di Emilia Morelli
La marina israeliana ha intercettato la Global Sumud Flotilla diretta a Gaza. Attivisti denunciano un crimine di guerra, mentre l’Italia prepara il rimpatrio dei connazionali
La Global Sumud Flotilla, formata da imbarcazioni cariche di aiuti umanitari e attivisti internazionali, è stata intercettata a circa 75 miglia nautiche da Gaza. La nave ammiraglia Alma è stata abbordata e il suo equipaggio fermato dalle forze israeliane.
Secondo i resoconti diffusi dagli attivisti, poco prima dell’abbordaggio le imbarcazioni sono state circondate da numerose unità della marina israeliana. Alle 20.25 locali è arrivato l’ordine di alt, ma le navi hanno proseguito la rotta, dichiarando lo “stato di emergenza” a bordo.
Il messaggio di Israele e la risposta degli attivisti
L’esercito israeliano ha avvertito la Flotilla con un messaggio chiaro: «State entrando in una zona di guerra attiva. Se tenterete di forzare il blocco navale, le vostre imbarcazioni saranno sequestrate».
Gli attivisti hanno replicato con un video diffuso sui social: «Non entriamo in una zona di guerra, ma in un’area dove vengono commessi crimini di guerra. Fermare operazioni umanitarie è contrario al diritto internazionale e può configurarsi come genocidio».
Nella stessa registrazione, i partecipanti hanno ricordato l’ordine di arresto emesso dalla Corte penale internazionale contro Benjamin Netanyahu, accusandolo di usare la fame come arma di guerra.
La posizione del governo italiano
La vicenda coinvolge anche cittadini italiani. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha confermato che le navi della Flotilla sono circondate e verranno condotte al porto di Ashdod. «Mi auguro che tutto avvenga senza violenza e che i nostri connazionali possano rientrare in sicurezza», ha dichiarato al Tg1.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha chiarito che gli italiani fermati saranno trasferiti in Israele e successivamente espulsi.
Comunicazioni interrotte e tensione crescente
Con l’avanzare delle ore, il contatto radio con alcune imbarcazioni è diventato sempre più difficile. Interferenze e blackout di segnale hanno complicato le comunicazioni tra la Flotilla e i sostenitori a terra.
Nonostante le pressioni, gli attivisti della nave Aurora hanno ribadito la volontà di «rompere il blocco marittimo, aprire un corridoio umanitario permanente e chiedere la fine del genocidio».
Una missione simbolica
Gli organizzatori descrivono la Global Sumud Flotilla come una flotta pacifica e autogestita, nata per denunciare il blocco di Gaza e rivendicare il diritto del popolo palestinese all’esistenza.
Mentre Israele accusa gli attivisti di mettere a rischio la sicurezza nazionale, il movimento internazionale insiste sul carattere umanitario della missione. L’epilogo della vicenda, però, sembra segnato: le imbarcazioni saranno condotte ad Ashdod e gli equipaggi rimpatriati.
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