Il primo ministro Antonio Costa ha annunciato la decisione specificando, però, che le agevolazioni già in essere continueranno a restare in vigore. La misura era stata introdotta nel 2012 per attirare i capitali esteri in Portogallo, in quel momento colpito da una crisi del debito
di Corinna Pindaro
Il Portogallo ha detto stop alle esenzioni fiscali per i pensionati stranieri a partire dal 2024. Lo ha detto il primo ministro Antonio Costa spiegando che la decisione si fonda sulla necessità di contenere i prezzi degli immobili, su cui impattano negativamente le agevolazioni.
“Il mantenimento di tale misura in futuro equivarrebbe a prolungare una misura di ingiustizia fiscale ingiustificata, e sarebbe un modo indiretto per continuare ad aumentare i prezzi nel mercato immobiliare”, ha affermato Costa.Il primo ministro ha aggiunto che la decisione non influirà sulle esenzioni già concesse che resteranno in vigore.
Il Portogallo aveva varato nel 2009 una serie di incentivi e bonus per chi si trasferiva nel Paese, con il solo vincolo di risiedere là per almeno sei mesi all’anno. Proprio per gli effetti indesiderati (primo fra tutti il boom dei prezzi degli immobili che danneggiava i portoghesi) il governo di sinistra aveva già attenuato nel 2020 le agevolazioni.
L’agevolazione è stata introdotta nel 2012 per attirare i capitali esteri in Portogallo, in quel momento colpito da una crisi del debito. Ne hanno beneficiato circa 10.000 pensionati prevalentemente di origine francese, inglese e italiana, che si sono stabiliti nella regione di Lisbona o nelle località immobiliari.
I vantaggi per i pensionati erano evidenti: i governi di Lisbona e Roma avevano sottoscritto nel 1976 un regime di “non doppia imposizione fiscale”, dunque i pensionati «espatriati» pagavano le tasse solo in Portogallo beneficiando al contempo di un costo della vita più basso rispetto all’ Italia. L’unica condizione richiesta ai nuovi arrivati, oltre al requisito della permanenza in Portogallo almeno sei mesi anche non consecutivi, era l’acquisto di una casa o la sottoscrizione di un contratto di affitto.
Ma proprio quest’ultima condizione ha prodotto effetti alla lunga distorsivi: i prezzi degli immobili sono cresciuti in pochi anni del 78% danneggiando fortemente i cittadini portoghesi.