A seguito dell’inchiesta Covid a Bergano, durata tre anni, sono stati trasmessi gli atti di indagine anche alla Procura di Roma competente territorialmente. Per mancato aggiornamento del piano pandemico e omissione di atti saranno chiamati a rispondere a Bergamo gli ex ministri della Salute Speranza, Lorenzin e Grillo. La Procura di Roma deciderà se procedere ad un’indagine parallela
di Corinna Pindaro
L’inchiesta Covid aperta a Bergamo si concentra essenzialmente su tre filoni: la mancata zona rossa, il mancato aggiornamento del piano pandemico e la vicenda dell’ospedale di Alzano Lombardo.
L’indagine, durata quasi tre anni, ha mostrato -secondo la consulenza affidata al microbiologo Andrea Crisanti- che se si fosse optato per la zona rossa a Nembro e Alzano si sarebbero potute evitare migliaia di mori. Per quanto riguarda il mancato aggiornamento del piano pandemico il fatto che fosse fermo al 2006 ha condotto a tutte le conseguenze ben note dall’avanzare della diffusione del virus alla mancanza di dispositivi di protezione, introvabili all’inizio della pandemia. Rilevante anche la vicenda dell’ospedale di Alzano, i magistrati non solo hanno rilevato la pericolosità della gestione secondo cui il pronto soccorso è stato chiuso e poi subito riaperto ma soprattutto il fatto che dopo il primo caso di Covid accertato e il diffondersi rapidamente del contagio non è stata messa in atto alcuna cautela particolare.
Ad oggi una parte degli atti è stata trasmessa per competenza territoriale alla procura di Roma. Secondo quanto si apprende sono stati notificati atti di indagine a Bergamo per gli ex ministri della Salute Roberto Speranza, Beatrice Lorenzin, Giulia Grillo oltre che per una serie di tecnici del ministero. I pm romani decideranno, dopo aver esaminato gli atti, se procedere ad una parallela iscrizione.
Nel dettaglio i tre ministri sono indagati per omissione di atti. La posizione dell’ex ministro Speranza appare però più delicata rispetto a quella di Lorenzin e Grillo. Speranza, infatti, è chiamato a rispondere anche per mancato aggiornamento del piano pandemico. I 7 funzionari di vertice del ministero della Salute sono indagati per omissione di atti d’ufficio in relazione al mancato aggiornamento piano pandemico. Nel fascicolo, inoltre, l’ex numero due dell’Oms Ranieri Guerra, è individuato come il responsabile “ per i dati falsi comunicati a Oms e Commissione europea attraverso appositi questionari”.Gli altri indagati oltre a Guerra sono “direttori generali della Prevenzione del ministero della Salute e direttori dell’ufficio 3, in qualità di focal point di Oms, e dell’ufficio 5”, si tratta di Claudio D’Amario, Francesco Maraglino, Loredana Vellucci e Mauro Dionisio. Posizione diversa inviata a Roma è quella del presidente dell’Istituto superiore della sanità, Silvio Brusaferro, indicato come responsabile di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Nel frattempo, sono state archiviate dal Tribunale di Roma le posizioni dell’ex premier Giuseppe Conte degli ex minsitri Roberto Speranza, Luciana Lamorgese, Lorenzo Guerini, Luigi Di Maio, Roberto Gualtieri e Alfonso Bonafede. L’indagine era stata avviata a seguito delle denunce parte di associazioni dei familiari delle vittime, di consumatori e di alcuni sindacati relativamente alla gestione della pandemia. Le accuse erano particolarmente gravi: epidemia colposa e omicidio colposo.
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