di Redazione

Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, avverte: i nuovi missili ipersonici russi possono colpire capitali europee come Roma e Londra senza possibilità di essere intercettati dai sistemi attuali. Intanto Putin minimizza: “L’Europa è in preda all’isteria”

L’Europa si scopre vulnerabile di fronte ai nuovi sviluppi dell’arsenale militare russo. Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha acceso un faro d’allarme in un’intervista al Tg1, denunciando l’evoluzione tecnologica dei missili russi come una minaccia diretta e concreta per tutto l’Occidente.

“Non è più solo l’Ucraina a essere nel mirino: anche Roma, Amsterdam o Londra potrebbero essere colpite”, ha dichiarato. “I missili ipersonici russi viaggiano a cinque volte la velocità del suono e sono in grado di eludere i sistemi di difesa tradizionali”.

Rutte è stato chiaro: “Guai a fidarsi di Putin”. Le nuove armi sviluppate da Mosca rappresentano, secondo il vertice dell’Alleanza Atlantica, un pericolo senza precedenti. “Siamo tutti sul fronte orientale, non solo Estonia, Polonia o Romania”, ha spiegato. “Il Cremlino va osservato con estrema attenzione: Putin è già il nostro principale avversario e lo resterà nel lungo periodo”.

Contemporaneamente, da Sochi, dove partecipava al Forum Valdai, Vladimir Putin ha provato a calmare le acque. “L’Europa è in preda all’isteria. L’idea di una guerra imminente con la Russia è pura assurdità”, ha detto il leader russo. Parole rassicuranti che, però, non sembrano trovare riscontro nella realtà sul campo.

La minaccia tecnologica

Dietro le preoccupazioni della Nato c’è l’evidenza dei fatti. I missili russi sembrano aver superato le difese offerte dai sistemi statunitensi Patriot. In Ucraina, le intercettazioni sono crollate e le forze armate di Kiev faticano a contenere la nuova offensiva aerea.

Secondo un’analisi del Financial Times, confermata da fonti ucraine e occidentali, la Russia avrebbe perfezionato i suoi sistemi Iskander-M e Kinzhal. I primi sono missili balistici mobili con una gittata di circa 500 km, i secondi sono lanciati da aerei e raggiungono una velocità ipersonica.

Le traiettorie di questi missili sono ora più imprevedibili: dopo un volo lineare, i proiettili compiono manovre evasive e picchiate finali che mettono in crisi le difese aeree. “È una svolta per la Russia”, ha commentato un ex funzionario ucraino.

Un’estate di attacchi devastanti

La prova più concreta dell’evoluzione bellica di Mosca si è vista negli attacchi dell’estate. Obiettivi strategici, come le fabbriche di droni a Kiev e dintorni, sono stati colpiti con estrema precisione. Il 28 agosto, un impianto che produceva droni turchi Bayraktar è stato centrato. Secondo alcune fonti, anche uffici dell’Unione Europea e del British Council situati nelle vicinanze sono stati danneggiati.

La capacità dell’Ucraina di difendersi è in calo: ad agosto, il tasso di intercettazione dei missili balistici era del 37%, ma a settembre è sceso al 6%, nonostante una diminuzione del numero di lanci. Un dato allarmante che evidenzia il netto vantaggio tecnologico acquisito da Mosca.

Mentre l’inverno si avvicina e l’Ucraina fa i conti con un flusso sempre più rallentato di aiuti militari occidentali, la Russia accelera la sua campagna missilistica, colpendo infrastrutture vitali e costringendo l’Europa a fare i conti con un nuovo tipo di minaccia: veloce, letale e (quasi) invisibile.

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