di Martina Esposito

Nel 2025 Chiesi celebra novant’anni di storia, un percorso che da un piccolo laboratorio a Parma l’ha portato a diventare una realtà globale. Il CEO Giuseppe Accogli racconta l’evoluzione dell’azienda

Nel cuore di un settore in piena trasformazione, Chiesi si distingue per un approccio che combina innovazione scientifica, responsabilità ambientale e visione sociale. A guidare questa traiettoria è Giuseppe Accogli, CEO del gruppo dal 2023, che ci accompagna in un viaggio attraverso le tappe più significative della storia di Chiesi – dal laboratorio fondato a Parma nel 1935 fino alla realtà odierna, presente in oltre 30 Paesi con 7.500 collaboratori. Tra le sfide regolatorie globali e il calo della centralità europea nella ricerca, Chiesi rilancia con investimenti strategici in Italia e all’estero, puntando su sostenibilità, accesso ai farmaci e benessere delle persone

Come nasce la storia del Gruppo Chiesi e come vi siete evoluti nel corso degli anni?

Nel 2025 celebriamo novant’anni di storia. Chiesi nasce a Parma nel 1935, da un piccolo laboratorio fondato dal dottor Giacomo Chiesi, farmacista con la passione per la ricerca e una visione già allora internazionale. Da realtà familiare siamo diventati un gruppo globale, con 31 filiali commerciali, oltre 7.500 persone e un portafoglio nelle tre aree AIR, RARE e CARE a testimonianza della solidità di un modello sempre più internazionale.

A guidarci una missione chiara: migliorare la qualità della vita attraverso soluzioni terapeutiche innovative, con un approccio che unisce visione, risultati e responsabilità. È da qui che nasce la scelta di diventare Società Benefit nel 2018 e quella di ottenere la certificazione B Corp dal 2019. La strategia di Chiesi è orientata al valore condiviso: per i pazienti, con terapie sempre più mirate e accessibili; per il pianeta, con un Climate Transition Plan validato da Science Based Targets initiative (SBTi) verso il Net Zero entro il 2035; per le persone, con oltre 500 nuovi posti di lavoro nel 2024; e per la prosperità, con una crescita a doppia cifra e importanti investimenti.

Quali sono le sfide del settore farmaceutico in questo momento? Quali le vostre strategie per affrontarle?

Il settore farmaceutico è al centro di una trasformazione profonda. Da un lato, assistiamo a progressi straordinari nella ricerca, nella digitalizzazione e nell’intelligenza artificiale; dall’altro, cresce la pressione regolatoria, si rafforzano le aspettative sociali e diventa sempre più urgente ripensare i modelli industriali in chiave sostenibile. In questo contesto, l’Europa sta perdendo centralità. Negli ultimi vent’anni la sua quota negli investimenti globali in R&S è calata del 25%, mentre gli Stati Uniti investono ogni anno 25 miliardi di euro in più. Oggi quasi la metà delle nuove terapie nasce negli USA, e solo il 12% dei trial clinici globali si svolge in Europa. Serve un cambio di passo: la salute deve tornare a essere considerata un investimento strategico.

Chiesi continua a fare la propria parte, investendo con determinazione in Europa. Abbiamo destinato 380 milioni al nostro Biotech Center of Excellence, a Parma, e acquisito il sito di Nerviano, che diventerà un polo produttivo sostenibile da 430 milioni, pensato per rafforzare la supply chain e supportare la produzione del nostro nuovo inalatore a ridotto impatto carbonico. Anche sul fronte ambientale agiamo con impegni chiari e misurabili: rispetto al 2019, le emissioni Scope 1 sono scese del 27% e le Scope 2 del 97%, grazie a elettricità rinnovabile quasi al 100% a livello globale. Abbiamo inoltre ridotto l’intensità emissiva del 7,5% per milione di euro di ricavi, intervenendo su tutta la supply chain.

Quali sono i risultati di cui siete più fieri del 2024 e quali obiettivi avete in agenda per il 2025?

Il 2024 ha segnato un’accelerazione nella nostra capacità di creazione di valore condiviso, generando un impatto concreto su pazienti, pianeta, persone e prosperità. Nel 2024 abbiamo ampliato l’accesso a farmaci salvavita in 33 Paesi, con progetti attivi in contesti ad alta vulnerabilità, tra cui Etiopia, Tanzania e Uganda. Sul fronte ambientale, il nostro Climate Transition Plan traccia il percorso verso il Net Zero entro il 2035 e, nel 2024, abbiamo riconfermato il nostro posizionamento tra l’1% delle aziende più virtuose al mondo in ambito ESG, ottenendo nuovamente la medaglia EcoVadis platino.

Anche come organizzazione abbiamo fatto un salto importante. Abbiamo creato oltre 500 nuovi posti di lavoro e siamo stati inseriti tra i 25 World’s Best Workplaces da Fortune e Great Place to Work: prima realtà italiana e unica azienda farmaceutica europea in classifica. A questo si affianca il nuovo contratto integrativo, che coinvolge oltre 2.200 collaboratori in Italia e introduce misure concrete su conciliazione vita-lavoro, inclusione, tutele sanitarie e welfare personalizzato. Abbiamo confermato il nostro trend di crescita a doppia cifra da tre anni, generando  3,4 miliardi di euro di ricavi (+13%), e puntiamo a raddoppiare il fatturato entro il 2030.

Questi risultati ci permettono di crescere in modo solido e responsabile. Nel 2025 continueremo ad ampliare l’accesso globale, a consolidare la nostra leadership terapeutica e ad accelerare la transizione ambientale, anche attraverso soluzioni come il Carbon-Minimal Inhaler.

Avete investito 430 milioni per trasformare il polo di Nerviano in un centro di eccellenza. Ci potete raccontare questo progetto? Qual è l’ambizione che lo guida e l’impatto sociale atteso?

A Nerviano stiamo rigenerando un sito industriale dismesso, trasformandolo in un polo produttivo all’avanguardia per rafforzare la nostra capacità manifatturiera in Europa e accelerare la transizione verso un’industria low carbon.

Il cuore del progetto sarà la produzione del nostro nuovo inalatore a bassa impronta carbonica: uno dei pilastri della strategia Net Zero 2035. Grazie a un propellente a basso impatto, potrà ridurre fino al 90% le emissioni di CO₂ per trattamento rispetto agli inalatori tradizionali. Si tratta di un cambio di paradigma, reso possibile da oltre 350 milioni di euro investiti dal 2019. Stiamo infatti creando una filiera completamente ripensata in chiave sostenibile. Il sito ospiterà anche linee per biologici sterili, nuovi laboratori, un parco fotovoltaico e 20.000 metri quadrati di area boschiva rigenerata. Una trasformazione che genererà circa 300 nuove opportunità occupazionali, contribuendo allo sviluppo del territorio.

Con 430 milioni di euro di investimenti entro il 2030, il sito Chiesi a Nerviano rientra in un piano industriale più ampio che coinvolge anche gli altri nostri siti in Italia, Francia e Brasile. Un progetto concreto, che coniuga innovazione, sostenibilità e sviluppo territoriale.

Giuseppe Accogli, CEO Chiesi

Anche a Parma, la città da cui tutto è partito, è in cantiere il progetto Chiesi Gardens per la riqualificazione della sede storica. Di cosa si tratta?

Chiesi Gardens trasformerà il sito storico di Chiesi, in via Palermo, in un luogo aperto alla città, dedicato al lavoro, alla cultura e all’innovazione. L’area – di oltre 10.000 metri quadrati – è stata progettata dagli studi internazionali 51N4E (Bruxelles) e TEN (Zurigo) per accogliere spazi flessibili, un Innovation Hub, ambienti per eventi, una mensa aziendale, un bistrot aperto alla comunità e una rete di giardini che attraversa tutto il complesso. Un percorso, il cui taglio del nastro è atteso nel 2028, che parte dalle nostre radici per costruire impatto concreto, al servizio delle persone e del territorio.

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